La data del 30 novembre fa spavento a chi ha a che fare con le pensioni. Tema che scotta? Non sempre, ma perdere il cospicuo assegno, non è una bella notizia.
Poche belle notizie sul fronte economia, nello specifico si tratta un altro guaio inerente il sistema previdenziale. Quali sono le nuove difficoltà che affliggono le pensioni? Si parla di perdita di importanti somme, appunto quelle dell’assegno più ambito. La data del 30 novembre è una scadenza da segnare con la penna rossa sul calendario!
Domande pensioni ed assegno da passare a verifica: arriva il vaglio più preoccupante! Quali sono le ultime novità? Il sistema previdenziale italiano presenta non poche falle, molte delle quali irrigidiscono un modo di gestire le cose che di per sé non rende facilmente accessibile l’ingresso all’Istituto.
Non è sempre colpa dei cittadini, come anche non può imputarsi tutto all’INPS. È una situazione frutto di leggi che hanno bloccato il sistema, e per cui non ci sono le risorse finanziarie per effettuare la Riforma necessaria. Ciò che risulta evidente è proprio la questione legata al termine della presentazione della domanda.
Non basta sapere che l’inoltro non può essere effettuato successivamente al 30 novembre, ma tenere conto del fatto che alcune categorie di lavoratori non solo hanno l’assegno assicurato se fanno tutto in tempo, ma ottengono persino la pensione in grande anticipo!
Pensioni con scadenza al 30 novembre: come non perdere l’assegno
Il caso è davvero assurdo, c’è chi non vede la pensione nemmeno con il binocolo, persone che ne percepiscono una dal valor irrisorio, ma persino chi invece non solo la ottiene con una somma vantaggiosa, ma anche in grande anticipo rispetto tutti gli altri. Quali categorie specifiche di lavoratori che devono agire tempestivamente e in maniera corretta.
Fa sapere tutto questo l’INPS con la comunicazione dll’8 novembre e con cui traccia il “punto della situazione”. La scadenza è una data essenziale per chi vuole ottenere la misura. Si tratta dell’APE Sociale ed è destinata ai lavoratori iscritti all’AGO, sigla che indica l’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, e chi rientra in forma sostitutive o esclusive della stessa. Senza dimenticare chi usufruisce delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e gestione separata.
Per accedere e conquista l’indennità bisogna avere dei requisiti specifici, ad iniziare da un’età minima di 63 anni e 5 mesi con anzianità contributiva di 30 anni per la maggior parte, 36 per chi svolge attività gravose, e 32 per chi è in categorie di lavori a rischio. Tra attività gravose rientrano quelle di insegnanti di scuola primaria, infanzia e professioni simili.
Anche per donne hanno dei benefici, una riduzione dei requisiti di 12 mesi per ogni figlio, per un massimo di due anni. Ma attenzione, non si deve essere percettori di pensione diretta, altrimenti non si può fare la richiesta.
Ovviamente, per ottenere l’assegno non bisogna più lavorare, né in Italia né tantomeno all’Estero e per qualsiasi attività. Che sia dipendente, autonoma, o parasubordinata. Altrimenti c’è incompatibilità la quale rientra nei casi in cui si ottengono altri sostegni al reddito, come i trattamenti per la disoccupazione o lo stesso indennizzo per la fine di un’attività commerciale.
Fino a quando dura questa possibilità? Al momento, la domanda può esser fatta fino al 30 novembre, ma si vociferano possibili proroghe anche per l’anno avvenire secondo quanto approvato nel provvedimento della Camera. Mentre il Senato sta definendo ancora le sorti.